Ishiguro Kazuo - 1982 - Un pallido orizzonte di colline by Ishiguro Kazuo

autore:Ishiguro Kazuo [Ishiguro Kazuo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788806125493
editore: Einaudi
pubblicato: 1991-06-14T22:00:00+00:00

l18 PARTE SECONDA CAPITOLO SETTIMO I19

- No, non più.

Visto che andiamo a casa di Yasuko-San,

possiamo tenerli.

- Non dobbiamo più cercare qualcuno che li voglia.

Possiamo tenerli tutti.

Li porteremo nella scatola, vero mamma?

- Sì, - disse Sachiko.

Poi rovesciò la testa all’indietro e scoppiò di nuovo a ridere.

Mi accorgo spesso di ripensare al volto di Mariko come lo vidi quella sera, mentre tornavamo a casa in tram.

La bambina

guardava fuori del finestrino, con la fronte premuta contro il vetro; un volto da maschietto, imprigionato nelle mutevoli luci della città che scorreva sferragliando intorno a noi.

Mariko rimase silenziosa per tutto il tragitto; Sachiko e io conversammo poco.

Ricordo che a un certo punto Sachiko mi domandò:

- Tuo marito sarà arrabbiato?

- Può darsi, - dissi con un sorriso. - Anche se ieri l’ho avvertito che forse avrei fatto tardi.

- E stata una giornata piacevole.

- Sì.

Jiro dovrà tenersi l’arrabbiatura.

Mi sono proprio divertita.

- Dobbiamo ripeterla, Etsuko.

- Sì, lo penso anch’io.

- Ti ricorderai di venirmi a trovare, dopo che mi sarò trasferita?

- Sì, me ne ricorderò.

Dopo questo breve scambio, fra noi cadde nuovamente il silenzio.

Un po’ più tardi, mentre il tram rallentava a una fermata,

vidi Sachiko trasalire.

Mi accorsi che fissava il fondo della vettura, dove due o tre persone si erano avvicinate all’uscita.

Una di

queste, una donna, stava guardando Mariko.

Era sulla trentina,

e aveva la faccia magra e stanca.

Nulla lasciava pensare che il

suo sguardo fosse meno che innocente, e se non fosse stato per la reazione di Sachiko dubito che mi sarei insospettita.

Mariko

continuava a guardare fuori del finestrino, del tutto inconsapevole della donna.

La sconosciuta s’avvide che Sachiko la fissava e si girò.

Il

tram si arrestò, le porte si aprirono, e la donna scese.

- Conoscevi quella persona? - domandai sottovoce.

Sachiko si lasciò sfuggire una risatina. - No, mi sono sbagliata.

- L’hai scambiata per un’altra?

- Per un attimo.

In realtà non le assomigliava neppure -.

Sachiko rise di nuovo, poi guardò fuori per controllare la stazione.

Capitolo ottavo

Ripensandoci, non è difficile capire perché Ogata-San restò con noi così a lungo quell’estate.

Probabilmente, conoscendo

bene suo figlio, Ogata-San aveva smascherato la strategia diJiro nella questione dell’articolo di Shigeo Matsuda, mio marito si limitava ad aspettare che suo padre tornasse a casa sua a Fukuoka per poter dimenticare tutta la faccenda.

Nel frattempo, continuava a convenire con lui che a un simile attacco al nome della famiglia bisognava rispondere con prontezza e con fermezza, che la questione riguardava lui non meno di suo padre, e che avrebbe scritto al vecchio compagno di scuola non appena ne avesse trovato il tempo.

Mi accorgo, con il senno di poi, che

questo era il tipico modo in cui Jiro affrontava qualsiasi situazione potenzialmente imbarazzante.

Se qualche anno dopo non

avesse affrontato un’altra difficoltà in maniera molto simile, forse non avrei mai lasciato Nagasaki.

Ma questo sia detto per

mclso.

Ho già raccontato alcuni particolari della sera in cui i due colleghi ubriachi di mio marito interruppero la partita di scacchi traJiro e Ogata-San.

Quella sera, mentre mi preparavo per

andare a letto, sentii il bisogno di parlare aJiro dell’intera questione riguardante Shigeo Matsuda; non volevo cheJiro scrivesse la lettera contro la propria volontà, ma mi pareva sempre più urgente che chiarisse la propria posizione con il padre.

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